PARCHI LETTERARI
Nel Montefeltro, sui luoghi della "Divina Commedia"
Con Dante nella selva oscura

La Fondazione “Ippolito Nievo” presenta il nuovo itinerario, dedicato al ”ghibellin fuggiasco”
e ai luoghi, sulle colline tra Romagna e Marche, nei quali è stato esule. E da cui ha tratto ispirazione.

Nel mezzo del cammin di nostra vita / Mi ritrovai per una selva oscura / Ché la diritta via era smarrita ...).
I versi famosi di Dante sono recitati da Paolo Benvenuto Vezzoso, un giovane attore genovese che si è fatto apprezzare nella versione teatrale di Qualcuno volò sul nido del cuculo, la pièce di Dale Wassermann tratta dal film di Milos Forman.

Paolo Benvenuto Vezzoso
L'attore Paolo Benvenuto Vezzoso nella "selva oscura"

Vezzoso è acquattato tra le frasche, all'ingresso della grotta di Onferno, il percorso sotterraneo nel quale ci inoltreremo, armati di casco e torce elettriche, per ascoltare altre pagine dell'Inferno: il lamento senza speranza dei dannati, il disperato grido d'amore di Francesca da Rimini e del cognato Paolo Malatesta (<< Amor, ch'a nullo amato amar perdona / Mi prese del costui piacer sì fòrte / Che, come vedi, ancor non m'abbandona ...>>), la terribile agonia di Ugolino della Gherardesca, costretto dalla fame a divorare i propri figli, rinchiusi con lui nella torre prigione dei Gualandi, a Pisa.

grotta di onferno
Ingresso della grotta di onferno

Fa freddo nella grotta carsica di Onferno, un lungo camminamento nelle viscere della terra che si apre in una parte estrema dell'Appennino romagnolo e sbuca nelle Marche. Fa freddo, c'è buio e bisogna stare attenti a non svegliare i pipistrelli, che qui hanno trovato il loro ambiente naturale. Ma la rievocazione dantesca è molto suggestiva, recitata com'è dai bravissimi attori della compagnia guidata dal regista Thomas Otto Zinzi, una compagnia che comprende voci importanti tra cui quelle di Francesca (Camilla Montevecchi) e della futura Beatrice, l'attrice cantante Sara Boschi. Con questa discesa all'Inferno, siamo all'inizio di un viaggio attraverso la Divina Commedia voluto dalla Fondazione "Ippolito Nievo" per creare un nuovo Parco Letterario, il trentesimo, dedicato a Dante Alighieri.

Thomas Otto Zinzi
Il regista Thomas Otto Zinzi

Stanislao Nievo
Presidente Parchi Letterari, Stanislao Nievo

I l "ghibellin fuggiasco" (la definizione, ricordiamo, è di Ugo Foscolo, nei Sepolcri) che si ritrova in tanti luoghi, non solo a Finrenze dove è nato nel 1265 e a Ravenna dove è morto nel 1321, in esilio, ma a Verona, nelle Marche, in Emilia-Romagna, nella provincia toscana, a Venezia, perfino, pare, a Parigi.
Quello che stiamo percorrendo si intitola Viaggio sentimentale nel Parco Letterario Dante Alighieri nel Montefeltro, ovvero nella zona compresa tra le province di Rimini e Pesaro-Urbino e la Repubblica di San Marino. Bisogna andare nelle zone collinari dell'interno per toccare con mano questo mondo, portarsi dietro i ricordi di scuola, essere pronti, all'occorrenza, a prendere con beneficio d'inventario quanto ci viene proposto perché Dante, come sappiamo, ha realizzato nella Commedia uno schema dell'aldilà che gli è venuto dalla teologia medievale, a sua volta riflessa nelle varie "Visioni" che circolavano allora.
La vista di un luogo può comunque avere dato concretezza ai disegni del poeta. La grotta di Onferno può benissimo avere suggerito la descrizione dell'Inferno, magari intrecciata, con la tenace pece che Dante vide bollire all'Arsenale di Venezia, la pece in cui nelle Malebolge si dibattono i barattieri, cioè tutti coloro che vivono di guadagni illeciti. Onferno è un minuscolo centro di appena sei abitanti, dotato però di attrezzature in grado di accogliere anche intere scolaresche, un centro che si chiamava Inferno per via delle grotte e che ha poi voluto darsi un nome più accettabile.
La piazzola di Onferno si affaccia su una vallata del Montefeltro, chiusa dal colle di San Marino, un tempo territori di Guido da Montefeltro, signore di Urbino e poi francescano (<< Io fui d'arme e poi fui cordigliero / Credendomi, sì cinto, fare ammenda ...>>), messo da Dante all'lnfèrno, canto XXVII, tra i consiglieri fraudolenti per avere suggerito a papa Bonifacio VIII come prendersi Palestrina e Zagarolo, terre dei nemici Colonna. Si incontra invece in Purgatorio i] figlio di Guido, Buonconte da Montefeltro, morto nella battaglia di Campaldino: è tra i morti di morte violenta che si sono pentiti dei loro peccati all'ultimo momento.

la marcia
La marcia verso la montagna del Paradiso

L'ingresso in Purgatorio passa per Monte Cerignone, il paese che ha dedicato un busto a Uguccione della Faggiola, il condottiero romagnolo nel quale molti videro la personificazione del Veltro dantesco, ossia il levriero in grado di salvare l'Italia.

itinerario
Itinerario della marcia

Ma eccoci a San Leo, alla fortezza in cui venne tenuto prigioniero Cagliostro. Dice Dante: (<< Vassi in Sanlèo e discendesi in Noli, / Montasi Su in Bismantova in cacume / con esso i piè, ma qui convien ch'om voli ...>>)Dante è stato in esilio da queste parti.

anime fluttuanti
Le "anime fluttuanti"

Gli attori si prodigano: si incontrano Catone, il veglio onesto, le anime che fluttuano in attesa di una direzione, il fiorentino fabbricatore di strumenti musicali Belacqua, «Colui che mostra sé più negligente / Che se pigrizia fosse sua serocchia ... », le anime purificate e pertanto salite al Paradiso.

Sara Boschi
L'attrice Sara Boschi, interprete di Beatrice

L'ultimo viaggio comincia all'ex monastero di Frontino, dove una Beatrice tutta vestita d'azzurro (Sara Boschi) porta un agnellino in grembo: è lei che apre le porte del Paradiso Terrestre, e poi accompagna Dante al Paradiso, la sede dei beati, raffigurata da uno splendido promontorio in cui i pini marini fanno cerchio intorno alla rotonda che si staglia nella valle.

montagna del Paradiso
La" montagna del Paradiso"

Si intravede il Monte Catria, non lontano da Fonte Avellana, il monastero camaldolese in cui Dante avrebbe scritto la cantica di san Pier Damiani, nel Paradiso.
Mentre ci si guarda attorno stupiti, Beatrice conduce Dante al centro della rosa mistica, e lo invita ad ammirare i beati. Siamo al finale: «L'amor che move il sole e l'altre stelle ..».
I partecipanti al Viaggio sentimentale non si nutrono solo di Dante. È tutto previsto, ma alla maniera, per così dire, dantesca: ovunque, a Onferno, nelle soste al Mulino di Conca, un vecchio mulino ristrutturato, e all'ex convento di Frontino, arrivano in tavola piatti medievali, preparati secondo ricette pescate in ricettari d'antiquariato dall'accademica della cucina Mariarosa Santiloni, responsabile dei Parchi danteschi (a questo ne seguiranno altri): si scoprono gli antenati delle paste ripiene, i ravioli nudi, fatti con erbe del posto, cose che si chiamano "crescia brusca", "scalmarigia". "erbatella", torta "Diriola" e così via; e bisogna dire che all'epoca di Dante sapevano anche stare a tavola.
Ma come si fa per godere di tutto questo? Un po' di pazienza. La Fondazione "Nievo", ovvero il suo presidente, lo scrittore Stanislao Nievo, sta prendendo contatti con le amministrazioni locali. Poi, anche il Parco Dante Alighieri nel Montefèltro prenderà il via.

Giuseppe Barigazzi
foto di Fausto Tagliabue
FAMIGLIA CRISTIANA