poesie

thomas

SETBACK

To never know
to never, never want to know
why men – citizens of Life-
can’t make it for long, get tired, can’t resist,
in short: can’t truly love.
I belong to this world,
that’s what my papers say, and I never saw anyone resist.
Or few, few I have seen and lived
But they are rare faces I will not quote
for fear of someone touching them in thought,
stealing them, badly imitating them, perhaps to be ‘in fashion’. They could be stored and exposed in a large museum, the Vatican museums,
perhaps, but History that traces all stories, has no
documents to describe Them.
It is a Setback.

Some people say Wait!
But I’ve spent a long time,
at the bus stop of Life
and by now everything drives by
and never stops.
I see all those that wait
and their tenderness makes my hands dry,
I look for sources to water
all injustice.
I’d like to ask why don’t you care for me?
Do you want yet further proof?
What is it that I don’t belong to?
I see you tired in my regards,
You don’t want to help me, you’re too
busy with the new future
by what will be your heir.

I am alone, a lone man
In search of a Theater that perhaps
has never existed. A Theater without
financial aid, family affairs, parties departed and never returned.
This is way you stay alone,
and ask everyone to leave you to your peace,
a peace in which men will
only be characters able to filter
rays of life between an act and another
and when the last lines of the eternal script come
they’ll be able to syllabate:
it’s only been a setback, sorry!

Th8Z , after dinner, June 4th 2007

 

Sentimento
del Sud
il mio sud
solido
eterno
povero
con l’ambizione
di vivere
con il sole
sul tetto e
una parte di piazza
con le tombe
piene di fiori
foto poesie
e soprattutto
la perpetua
luce
Sud
tra vita e morte
sorriso e pianto
maccheroni e pollo
il vino nella cantina
i pomodori
nella bottiglia
e un Gesù
sotto la cupola
di vetro.
Un caffè
c’è sempre
per tutti.
Basta città
incestuose!
Cerco le stanze
di quella casa
senza termosifoni
che si scaldano di
sentimento
di quel Sud
solo mio
nella struttura portante
del ricordo
d’un orfano
d’amore.
Th8Z Notte tra 16 e 17 giugno 2008

La donna
aveva il bambino
tra le mani.
Respirava velocemente
e l’ansia toglieva l’aria.
Io, passeggero di quel bus
provai a farla parlare
e le chiesi di sorridere.

La paura e la follia
appannavano gli occhiali
credeva d’aver fatto male
al bambino con uno schiaffo
sulla schiena.

La badante moldava scese
e disse a mezza bocca Falla mangiare!
Era secco secco e senza
forze tra le mani dell’impreparata
Madre.

Dalla sei di mattina erano in giro
e la puzza e il caldo dell’autobus
di periferia avrebbero
scoraggiato anche un martire cristiano.

Arrivai alla mia fermata
dovevo scendere ma
le chiesi un altro sorriso.
Lei lo fece e quella cappa di paura
svanì.
La ruota motrice della vita in città
non poteva fermarci e
la vita, la morte,
la disperazione e la gioia
facevano lo stesso viaggio
assurdo
vero
spietato
di sofferenza
d’abbandono
di preghiera
a quel Dio
lontano dai quadri
delle ricche chiese
ma dentro i portafogli
vuoti
di chi non può
pagare il biglietto
per la sopravvivenza.
Th8Z Notte tra 17 e 18 giugno 2008

Contrattempo

Non sapere mai
assolutamente non volere sapere
perché gli uomini – abitanti della Vita –
non ce la fanno a durare, si stancano, non resistono,
in poche parole, non amano veramente.
Io faccio parte di questo mondo,
lo dicono le carte, e non ho mai visto resistere.
Pochi, sì pochi li ho visti e vissuti
ma sono pezzi rari e non li citerò
per timore che qualcuno li tocchi con il pensiero,
li rubi, li imiti male, magari per moda. Potrebbero essere
custoditi ed esposti in un grande museo, i musei Vaticani,
magari, ma la Storia quella che trascrive le storie, non ha
lettere per Loro.
Si tratta d’un Contrattempo.

Qualcuno dice Aspetta!
Ma alla fermata della Vita
ci sto da tanto tempo e ormai passa tutto
e non si ferma.
Guardo tutti quelli che aspettano
e la tenerezza secca le mie mani,
cerco le fonti d’acqua per dissetare
tutte le ingiustizie.
Vorrei chiedere perché non mi volete bene?
Volete altre prove da me?
Di che cosa non faccio parte?
Vi sento stanchi nei miei confronti,
non mi volete aiutare, siete troppo
occupati dal nuovo futuro
da ciò che per voi sarà un erede.

Io sono solo, solo un uomo
alla ricerca d’un Teatro che forse
non c’è mai stato. Un Teatro senza
sovvenzioni, parentele, partiti e mai tornati.
Ed è per questo che si rimane soli
e si chiede di essere lasciati in pace,
in una pace dove gli uomini saranno
solo personaggi capaci di filtrare
raggi di vita tra un atto e l’altro
e sulle ultime battute dell’eterno copione
potranno sillabare
è stato solo un contrattempo, scusate!

Th8Z , dopo cena, 4 giugno 2007

I gabbiani

I gabbiani
nel cielo
parlano
forse
di noi
ci deridono
per il nostro
attaccamento
alla terra
a quel pregare
distratti
il paradiso
sopra di loro.
Recitano
cantando la
vita e
noi burattini
di un mondo
teatro senza
spettatori
non sappiamo più
non vogliamo più.

Finito lo spettacolo

Ieri eravamo in scena e attraverso
una serie di verità, filtrate dalla poesia,
ci incontravamo con il pubblico.
Stasera siamo a casa, io e il mio personaggio e
guardiamo la strada senza parlare…
tra qualche giorno lui se ne andrà via
dalla mia faccia, dal dolore
del mio corpo e dalla mia testa…
andremo in vacanza,
lui in mezzo alle parole
io in mezzo a tanta gente
senza parole
di verità.

Stanotte
a Roma
piove
le auto
tornano
verso casa
i lampi
Illuminano
la discesa
dell’agro
romano
un tuono
sveglia
un gatto
e un vecchio
ricordo
galleggia
su una
piccola
pozzanghera
di Memoria
la luce
nella stanza
è un triangolo
sul soffitto
viene
voglia di
entrarci
e guardare
la vita da lì
e se verrà
da piangere
vorrà dire
che la pioggia
continuerà
stanotte
a Roma

SOLIDARIETA'
per lo storico OSPEDALE S.GIACOMO di Roma
che vogliono trasformare in un albergo!

Roma, Ospedale San Giacomo,
notte tra il 13 ed il 14 Marzo 2002

Quando
la notte
scende
sugli occhi
dei malati
nasce
nei
corridoi
del vecchio
ospedale
un piccolo
fiore

con i
suoi petali
accarezza
e muove
le braccia
della Madonna
blu
           
come il
notturno
vigile
delle nostre
vite
dirige il
traffico dei
sogni che
           
diventano
progetti e
ai primi colori
dell’alba si
trasformano
in piccoli
passi sulla
via
del ritorno

 

AUTUNNO 2011 2 poesie

 

A U T U N N O

L’inizio è
nella fine
dell’estate
il primo giorno
è confuso
e gli uomini
abbandonano
i terrazzini
rientrano
in casa
e i vinti abbassano
le tapparelle
io cerco luce
in tutti e tutto
e arrivo ad
un compromesso
tra le due stagioni
domani sarà autunno
e il giorno dopo
estate
tra bianco e nero della vita
faccio passare
la nuova stagione
e torno sulla strada
da uomo comune
in un comune
fuori di me.

 Th8mas , sera del 21 settembre 2011

 

Foglia d’uomo
abbandonata dietro
l’ingresso artisti
d’un teatro
assediato
da chi ha rubato
il talento
a una professione di fede
e graffia la gola
in una recita scadente
ma lascia
nell’anima persa
d’un attore
un sipario strappato
dove penetra ancora
un filo di luce
tra il cuore e l’ultima fila.

L’autunno dell’attore
26 settembre 2011 , 22.50

Estate 2011 tre poesie

thomas otto zinzi

L’estate
un terrazzino
sulla rampa
d’un garage
una luce
di cucina
di fronte
un piatto
di pasta
una speranza
di sfamare
la vita
d’un sorriso
dietro un
vaso di gerani

Roma 27 giugno 2011 22:05

L’estate
quei corpi
imperfetti
lentamente
attraversano il sole
per la  strada
una bottiglia d’acqua
nella mano
e l’indicazione
dell’innocenza
negli occhi persi
e stanchi di guardare
le menzogne
della periferia.

Roma 29 giugno 2011  00:43

Piena notte
di caldo
ancora
automobili
sulla statale
non dorme
l’artista incredulo
che un’altra estate
potrebbe sfuggire
di mano
ieri e domani
fanno pensare
oggi non è
ancora cominciato.

Roma 30 giugno 2011  04.16

 

11 settembre 2001-2011 

forse
il sole
s’è dimenticato
che le ombre
sono solo
un gioco
ma quel
martedì
due lame
nel cuore
hanno oscurato
l’anima del mondo.

 

                    Thomas Otto Zinzi

 

La poesia è pubblicata su
ONDATE DI RABBIA E DI PAURA
La voce dei poeti dopo l’11 settembre
a cura di ALDO FORBICE

 

11 settembre